Migliore risposta
Qualsiasi dimensione che entra nel calcolo dell “intervallo” delliperspazio (lequivalente di una lunghezza in una dimensione tridimensionale universo) moltiplicato per i o -i (dove i è lunità “numero immaginario” = sqrt {-1}) relativo alle dimensioni spaziali.
Il punto è che lintervallo è un quadrato radice della grandezza della somma dei quadrati delle dimensioni temporali meno la somma dei quadrati delle dimensioni spaziali, o equivalentemente, viceversa.
Come quelli come Roger Penrose hanno sottolineato, riguardo al nostro Luniverso macroscopico 4D (3 dello spazio, 1 del tempo), mantenendo le dimensioni temporali reali e lasciando che le dimensioni spaziali siano immaginarie, è preferibile per il nostro spaziotempo “simile al tempo” normale (sub-velocità della luce) – praticamente ovunque al di fuori dei buchi neri e ancora nelluniverso conosciuto. Questo perché elimina il passaggio di prendere la grandezza durante il calcolo dellintervallo (la grandezza della dimensione temporale è sempre maggiore della grandezza della risultante dei vettori spaziali.
Nel raro caso di guardare una regione simile allo spazio (cioè, allinterno di un buco nero o oltre il perimetro della velocità della luce delluniverso conosciuto), è preferibile rendere immaginaria la dimensione temporale, poiché qui la grandezza della risultante spaziale è maggiore.
A unesatta posizione spazio-tempo simile alla luce (lorizzonte degli eventi di un buco nero, o il perimetro delluniverso conosciuto), la domanda è discutibile poiché lintervallo è sempre zero (non cè né spazio né tempo – per diventare poetico, è un istante eterno che viaggia attraverso un piano).
Risposta
un sottoinsieme delle dimensioni spaziali, la dimensione temporale è di zero dimensioni. Una sorgente scalare e puntiforme attraverso la quale segue schematicamente unidea del Cono di Luce profilo, che il passato scorre attraverso il filtro della REALTÀ per diventare il presente t.
Il futuro è in continua evoluzione e da quella fonte puntuale derivano tutte le informazioni e tutti i dati, per quanto specifici o di profilo pertinenti.
Ma la realtà è la quinta dimensione, come per vedere il tutto in uno. fa un po paura quassù. Ogni cosa ha bisogno di comprendere il cloud. I nativi americani e presumibilmente molte altre civiltà preistoriche idealizzano le nuvole, le impegnano insieme al mistero, o almeno a una resa dei conti. E come “resa dei conti”, sono in grado di osservare tutte le altre dimensioni inferiori. Quando si guarda sulla pagina di un cubo, OR in parti separate, unanalisi completa di un cubo può trovare laccatastamento di piani, la batteria simultanea di “nuvola” parziale e il più ricreato dei risultati giurati del caos.