Cosa intendeva Nietzsche per transvalutazione dei valori?

Migliore risposta

“La moralità”, disse Nietzsche, “non solo comanda innumerevoli mezzi terribili per impedire che le mani critiche le vengano imposte : la sua sicurezza dipende ancora di più da una sorta di incantesimo in cui è straordinariamente abile. Vale a dire che sa come rapire. Fa appello alle emozioni; il suo sguardo paralizza la ragione e la volontà. . . . da quando si parla e si persuade sulla terra, è stata la suprema maestra della seduzione “[ The Dawn, prefazione 3 ]. Così, “un doppio muro viene messo contro la continua verifica, selezione e critica dei valori. Da una parte cè la rivelazione e dallaltra la venerazione e la tradizione. Lautorità della legge si basa su due presupposti: primo, che Dio lha data e, secondo, che i saggi del passato le abbiano obbedito “[ Antichrist, 57]. Nietzsche giunse alla conclusione che questa tendenza universale a sottomettersi ai codici morali – questa fede irragionevole ed emotiva nella verità invariabile delle regole morali – era una maledizione per la razza umana e la causa principale della sua degenerazione , inefficienza e infelicità. E poi lanciò il guanto di sfida negando che una divinità sempre presente avesse qualcosa a che fare con la formulazione di tali codici e sforzandosi di dimostrare che, lungi dallessere eternamente veri, comunemente diventavano falsi con il passare degli anni. Partendo come espressioni dello sforzo dellistinto vitale primario di adattarsi a qualche individuo o razza a determinate condizioni di esistenza, non tenevano conto del fatto che queste condizioni erano in costante cambiamento e che la cosa che era vantaggiosa in un dato momento e a una razza era spesso dannosa in un altro momento e in unaltra.

Questa riduzione di tutta la moralità a mere espressioni di opportunità impegnava il filosofo durante quello che chiama il suo periodo di “tunneling”. Ora, mostrare il suo metodo preciso di “tunneling” unidea morale che si trova nel codice di ogni paese civile, è lidea che ci sia qualcosa di intrinsecamente e fondamentalmente sbagliato nellatto di togliere la vita umana. Abbiamo buone ragioni per credere che lomicidio sia stato un crimine tanto quanto lo è 5000 anni fa quanto lo è oggi e che ha preso il rango a capo di tutti gli oltraggi immaginabili contro lumanità agli albori della civiltà. E perché? Semplicemente perché luomo che ha tolto la vita al suo vicino ha reso la vita di tutti gli altri nel suo quartiere precaria e scomoda, giusto? Era chiaro che ciò che aveva fatto una volta poteva farlo di nuovo, e così la pace e la sicurezza dellintera comunità furono spezzate.

Pertanto, fin dallinizio della civiltà fu riconosciuto che il luomo che uccideva altri uomini era nemico di quelle condizioni che luomo medio doveva cercare per esistere: la pace e lordine, la quiete e la sicurezza. Da ciò nacque la dottrina secondo cui era immorale commettere un omicidio, e non appena lumanità divenne abbastanza fantasiosa da inventare dei personali, questa dottrina fu messa nelle loro bocche e così ottenne la forza e lautorità della saggezza divina. In qualche modo, disse Nietzsche, la maggior parte dei nostri attuali concetti morali si sono evoluti. Così divenne gradualmente possibile per la maggioranza numerica far rispettare le regole che stabilivano per la propria protezione – regole che operavano sempre contro la volontà dei forti. Il fatto che lo stato sia fondato, non su un misterioso “impulso sociale” nelluomo, ma sulla considerazione di ogni individuo per il proprio interesse, fu sottolineato per la prima volta da Thomas Hobbes (1588-1679), nella sua argomentazione contro Aristotele e Grozio.

Lumanità continua a rivedere e abbandonare le proprie idee “intrinseche”. Diciamo che la mente umana “si ribella istintivamente” contro punizioni crudeli ed eccessive, eppure un momento di riflessione ricorda il fatto che il mondo è, ed è sempre stato, popolato di milioni a cui la crudeltà sembra e sembrava naturale e gradevole. Diciamo che luomo ha limpulso “intrinseco” di essere giusto e giusto, eppure è un luogo comune di osservazione che moltitudini di uomini, nel mezzo delle nostre società più civili, sono esattamente lopposto. Ad esempio, i governi degli Stati Uniti e quello della Gran Bretagna oggi supportano pienamente i sionisti nella promozione del “loro paese”, stabilito sulla terra rubata della Palestina, i sionisti-israeliani hanno recentemente lanciato una campagna pubblicitaria soprannominata lo stato sionista usurpatore come “terra della creazione. Sul serio? Creazione di cosa?“ Tale inganno sfacciato ha lo scopo di invogliare i cristiani creduloni a visitare il loro stato di apartheid e rifugio per i pedofili (chissà quali bugie troveranno per produrre una spiegazione per oscurare il fatto che lIsraele sionista è il luogo di nascita delloppressione mediorientale e del dislocamento di gli abitanti indigeni della Palestina, genocidio, furto di terra , terrorismo di stato, razzismo, umiliazione, e unoccupazione brutale e caotica senza fine; mentre la sua cultura radicata è quella dellimpostura da parte del suo popolo che finge di essere ebrei o il popolo eletto di Dio; spargimento di sangue, furti, adorazione della morte e falsità. Gli impostori del progetto sionista in Palestina sono lopera di oscuri maligni forze spirituali, utilizzando ebrei sionisti farisaici convertiti che NON sono neppure lontanamente discendenti di Abramo).

In conclusione, penso che, nonostante la nuda ipocrisia di alcuni codici morali, Nietzsche non si sbagliava di molto quando sostiene e che sottoscriviamo la dottrina dellumiltà e del sacrificio di sé solo per bocca e che il nostro istinto di vita primario ci mette in guardia dal metterla in pratica effettiva e incondizionata. In ogni trattato di etica e “filosofia morale” queste regole della moralità naturale “sono riportate nel primo capitolo (Aristotele le formulò e fecero la jus gentian, – o forse più precisamente, il jus naturate – di i romani. Tommaso Acquinas li chiamava “la legge eterna”. Hobbes fu il primo filosofo inglese a mostrare la loro essenziale assurdità.)

Risposta

Trasvalutazione significa una rivalutazione di tutti i valori noti. I valori noti sono quelli tramandati dalla tradizione cristiana.

La prima elaborazione avviene in Anticristo :

Non sottovalutiamo questo fatto: che noi stessi , spiriti liberi, siamo già una “trasvalutazione di tutti i valori”, una dichiarazione di guerra e vittoria visualizzata contro tutti i vecchi concetti di “vero” e “non vero”. Le intuizioni più preziose sono le ultime ad essere raggiunte; le più preziose di tutte sono quelle che determinano i metodi (58)

La transvalutazione è strettamente collegata allidea di Ubermensch, che è larchetipo dello spirito libero nietzscheano; colui che crea i propri valori secondo la volontà di potenza. Il processo di transvalutazione è il superamento di vecchi valori – ciò che è ritenuto vero o falso; buono o cattivo; giusto o sbagliato – e la creazione di nuovi valori basati sui propri istinti primordiali.

Nella stessa opera, la morale cristiana è sezionata per essere uno strumento di subordinazione, e Nietzsche mostra come i teologi invertono la moralità per il bene di autoconservazione:

chi ha sangue teologico nelle vene è sfuggente e disonorevole in ogni cosa. La cosa patetica che nasce da questa condizione si chiama fede : in altre parole, chiudere gli occhi su se stessi una volta per tutte, per evitare di soffrire la vista dellincurabile falsità. La gente erige un concetto di moralità, di virtù, di santità su questa falsa visione di tutte le cose; fondano la buona coscienza su una visione difettosa; sostengono che nessun altro tipo di visione ha più valore, una volta che lhanno resa sacrosanta con i nomi di “Dio”, “salvezza” ed “eternità”. ” Ho scoperto questo istinto teologico in tutte le direzioni: è la forma di falsità più diffusa e più sotterranea che si possa trovare sulla terra. Qualunque cosa un teologo consideri vera deve essere falsa: qui hai quasi un criterio di verità. Il suo profondo istinto di autoconservazione si oppone a che la verità non venga mai in onore in alcun modo, o addirittura venga dichiarata. Ovunque si avverta linfluenza dei teologi cè una trasvalutazione dei valori, ei concetti “vero” e “falso” sono costretti a cambiare posto: ciò che è più dannoso per la vita è chiamato “vero” e ciò che lo esalta, intensifica esso, lo approva, lo giustifica e lo rende trionfante è lì chiamato “falso”. … Quando i teologi, operando attraverso le “coscienze” dei principi (o dei popoli -), allungano le mani per potere , non cè mai alcun dubbio sulla questione fondamentale: la volontà di fare una fine, il nichilista eserciterà quel potere… (52)

I teologi sono, per natura, di volontà debole e sconfitti. Non solo si risentono per la propria impotenza, ma si risentono per il mondo che ha dato loro la vita.Lammissione del mondo come sofferenza incessante li ha portati a esercitare la loro volontà nichilista attraverso lintellettualismo e il moralismo: poiché soffriamo per natura delle nostre nascite, potremmo anche castrare la nostra volontà di vivere per ridurre la sofferenza.

Nietzsche successivamente estende questa analisi in Genealogy of Morals :

Quando gli oppressi, gli oppressi, i violati si dicono lun laltro con lastuzia vendicativa di impotenza: Cerchiamo di essere diversi dalle persone malvagie, siamo buoni! E una persona buona è chi non violenta, non fa male a nessuno, che non attacca, non si vendica, che lascia la vendetta a Dio, che si tiene nascosto come noi, evita ogni male e chiede poco dalla vita in generale, come noi che siamo pazienti, umili e retti “- questo significa, se ascoltato con freddezza e imparzialità, nientaltro che:” Noi deboli siamo solo deboli; è bene non fare nulla per cui non siamo abbastanza forti – ma questo triste stato di cose, questa intelligenza del rango più basso che possiedono anche gli insetti (che fingono morti, per non fare troppo quando sono in grave pericolo ), ha, grazie alla contraffazione e allautoinganno dellimpotenza, si è rivestita della raffinatezza della virtù abnegante, silenziosa e paziente, come se la debolezza del debole fosse essa stessa – intendo la sua essenza, il suo effetto, il suo intero realtà unica, inevitabile, irredimibile: un risultato volontario, qualcosa di voluto, scelto, un atto, un risultato (26-27)

Per nascondere la loro debolezza e oscura sconfitta, i teologi hanno invertito la moralità definendosi buoni e il potente come il male. Questa inversione è guidata da ressentiment – invidia rovesciata che rifiuta la responsabilità della propria debolezza e incolpa i forti per la loro impotenza. Il cristianesimo, quindi, è listituzione organizzata che propaga r essentiment , riscrivendo la narrativa istintiva di “forte vs debole” in “male vs bene”.

Poiché il forte si dedica al piacere sensuale e alle indulgenze (dionisiache), il debole nega intenzionalmente la necessità di questi impegni e sostiene lideale ascetico. Questa è la morale cristiana spinta ai suoi limiti: il disprezzo di sé. Ma ciò che di fatto sta alla base dellideale ascetico è la volontà di vivere; un attaccamento alla conservazione:

Lideale ascetico è uno di questi metodi: la situazione è quindi lesatto opposto di ciò che gli adoratori di questo ideale immaginano, – in esso e attraverso di esso, la vita lotta con la morte e contro la morte, lideale ascetico è un trucco per preservare la vita. Il fatto che, come ci dice la storia, questo ideale potesse governare luomo e diventare potente nella misura in cui lo fece, specialmente ovunque si verificarono la civiltà e laddomesticamento delluomo, rivela un fatto importante, la malattia del tipo di uomo che ha ha vissuto fino ad ora, almeno delluomo addomesticato, la lotta fisiologica delluomo con la morte (per essere più precisi: con il disgusto per la vita, con lesaurimento e con il desiderio della “fine”). Il sacerdote ascetico è il desiderio incarnato di essere altrimenti, di essere altrove, anzi, è il più alto acuto di questo desiderio, il suo essenziale ardore e passione: ma la forza del suo desiderio è la catena che lo lega qui, proprio questo è ciò che fa lui uno strumento, che ora deve lavorare per creare condizioni più favorevoli per il nostro essere qui ed essere umani, – è proprio con questo potere che rende lintero branco di fallimenti, scontenti, svantaggiati, sfortunati e tutti coloro che soffrono di se stessi, mantengono la presa sulla vita ponendosi istintivamente alla loro testa come il loro pastore (88)

Ciò che sta dietro a unistituzione del moralismo è una strategia machiavellica per far sopravvivere i deboli ai forti giocati nel corso dei secoli. Quando il forte viene eliminato con successo dalla sua volontà di potere, il sacerdote ascetico diventa lunico erede del potere.

Spetta quindi a noi vedere la manipolazione della moralità come strumento di potere dei deboli e negare la sua legittimità – per incarnare loriginale volontà di potere. In Beyond Good and Evil , Nietzsche parla di sfruttamento:

In nessun punto, tuttavia, la coscienza ordinaria degli europei è più riluttante a essere corretto che su questo argomento; le persone ora vanno in delirio ovunque, anche sotto le spoglie della scienza, per le future condizioni della società in cui “il carattere sfruttatore” deve essere assente: – questo suona alle mie orecchie come se promettessero di inventare un modo di vita che dovrebbe astenersi da tutto funzioni organiche. Lo “sfruttamento” non appartiene a una società depravata o imperfetta e primitiva: appartiene alla natura del vivente come funzione organica primaria; è una conseguenza della volontà intrinseca di potenza, che è appunto la volontà di vita.- Ammettendo che come teoria questa sia una novità – in quanto realtà è il fatto fondamentale di tutta la storia: siamo fin qui onesti con noi stessi! (98)

Invece di astenersi dalla violenza e dallo sfruttamento come se fossero le antitesi della vita, Nietzsche ci incoraggia a vederli come una condizione di vita. Vivere è mettere costantemente a rischio la propria vita, o rischiare di non aver vissuto: questo è limpeto originale dellesistenzialismo di Nietzsche. È nel processo del pericolo e del superamento che troviamo i valori necessari per diventare più forti di quanto eravamo. È nel superamento di valori prestabiliti che possiamo vedere la vita nella sua piena onestà.

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