Migliore risposta
Giusto per riassumere i commenti precedenti: nellItalia di oggi ci sono due parole che traducono “papà” (tralasciando altre , termini dialettali e quasi scomparsi): “papà”, antichissima importazione dal francese, oggi prevalente nella maggior parte delle regioni italiane; e “babbo”, che è la parola del volgare toscano, largamente considerata la “culla” della lingua letteraria italiana. “Babbo” è, ovviamente, completamente predominante in Toscana e ancora maggioritario nelle regioni circostanti: Umbria, Marche, Romagna, Lazio settentrionale. A proposito, lunica di queste regioni geograficamente appartenente al Nord Italia è la Romagna; La Toscana e le altre sono nellItalia centrale; quindi, è in gran parte sbagliato considerare “babbo” come una parola dellItalia settentrionale. Infine, “babbo” è ancora utilizzato da qualche parte in Sardegna (a causa di periodi storici di influenza toscana) e, sporadicamente, in altre regioni, con lesclusione di quelle estreme meridionali (Sicilia, Calabria e Puglia meridionale), dove “babbo” ha il significato negativo di “stupido, manichino, boccale”.
Risposta
“Papà” è più comunemente usato per dire “papà”. In alcune regioni del nord Italia “babbo” (non “babo”) è anche usato insieme a variazioni per indicare affetto come “babbetto” o “babbino” (notoriamente usato da Puccini nellaria “O Mio Babbino Caro” – “Oh Mio amato padre “dallopera comica” Gianni Schicchi “).
Tuttavia, userei cautela quando uso” babbo “come in dialetto siciliano, significa qualcuno che non è molto intelligente.